La nostra società, fortunatamente, è sempre più attenta al tema della sostenibilità ambientale ed è proprio in quest’ottica che si sviluppa la necessità di progettare e sviluppare imballaggi alimentari, specie quelli maggiormente diffusi per il settore ortofrutta, che non solo siano efficaci per il confezionamento e il trasporto dei prodotti, e che soddisfino le esigenze del mercato per costi e prestazioni, ma anche che siano realizzati utilizzando energie rinnovabili e se possibile, dopo il loro utilizzo, riciclarli in modo corretto.
Per creare imballaggi per frutta e verdura che siano rispettosi dei prodotti e dell’ambiente, è fondamentale seguire alcune precise linee guida.
Innanzi tutto, senza dubbio, il motivo per cui sono realizzati, vale a dire il rispetto delle mansioni di contenimento, ed ovviamente di protezione e conservazione del prodotto. Non solo, deve anche essere garantito il minor utilizzo possibile del materiale necessario alla costruzione dell’imballaggio, senza che ne venga compromessa la funzionalità e il rispetto del suo compito. Infine, devono essere sempre conservati i requisiti di qualità previsti dalla legge italiana, mantenendo sempre attivi gli aggiornamenti riguardo ad eventuali cambi normativi.
Fatta questa necessaria premessa, vediamo di analizzare i principali materiali utilizzati per gli imballaggi dei prodotti di ortaggi e frutta serviti nella grande distribuzione, considerando anche il punto di vista commerciale, che riveste un ruolo altrettanto importante nella filiera ortofrutticola, anche per quanto riguarda l’esposizione nei punti vendita e la presentazione al consumatore.
I tre più diffusi materiali per il packaging alimentare sono la plastica, il cartone ondulato e il legno. Tutti e tre rappresentano settori fondamentali, dal trasporto dei prodotti dalle aziende produttrici (in sostanza, dai campi coltivati) sino alle centrali ortofrutticole, fino a giungere ai punti vendita al dettaglio. Sono di uso corrente le vaschette e i vassoi in plastica abbinati a protezioni a film estensibili, così come i cestelli in cartoncino (spesso con il logo dell’azienda agricola produttrice) e le confezioni con retine, specie per gli agrumi.
Va detto che, con l’introduzione a inizio anno 2018, della legge sui sacchetti di plastica biodegradabile che ne impone l’utilizzo, parecchi consumatori hanno, di fatto, in maniera sempre più frequente, abbandonato i prodotti a peso libero, rivolgendosi alle confezioni già pronte, proprio per evitare il pagamento della tassa, se pur esigua, relativa all’imballo. L’intento non era sicuramente quello ma, di fatto, il cliente medio preferisce ora questa soluzione, con il risultato che, nella filiera commerciale, il numero degli imballaggi è notevolmente aumentato.
Fra i materiali più utilizzati, il cartone ondulato è forse quello che riassume in sé maggiori caratteristiche positive, sia dal punto di vista dell’immagine espositiva sia per quanto riguarda la praticità di trasporto e conservabilità. Che si basa anche su moderne tecnologie, considerando la realizzazione di imballaggi innovativi, in grado addirittura di prolungare la freschezza di frutta e verdura di alcuni giorni grazie a sostanze naturali aggiunte all’involucro, che ritardano l’avvizzimento dei prodotti.
La plastica entra prepotentemente nel mondo dei contenitori di ortofrutta come le cassette in plastica “a perdere” e “a rendere” (imballaggi riutilizzabili), mentre per quanto riguarda il legno troviamo i bins, utilizzati per il trasporto dai campi ai centri di stoccaggio, le classiche cassette in legno per la distribuzione e i pallet leggeri, a perdere, adatti ad un utilizzo singolo.